Di che cosa si parlava nelle vecchie riviste femministe?
Shocking Pink, tra punk e femminismo
Per descrivere in modo accurato Shocking Pink, rivista femminista attiva nel Regno Unito dal 1979 al 1992, non servono tante parole. Ci ha pensato la redazione che, nel decimo numero, ha scritto: «Shocking Pink è una rivista per e gestita da giovani donne dedicata alla sovversione della società così come la conosciamo, poiché abbiamo deciso che non è una società giusta».
Shocking Pink ha accompagnato una fase di grandi cambiamenti nella storia e nella politica britannica. I suoi primi numeri sono stati pubblicati durante la grave recessione economica e l'alta disoccupazione giovanile degli anni Settanta e Ottanta.
Le sue fondatrici si sono descritte così: «Abbiamo provenienze etniche e classi sociali diverse. Nessuna di noi fa parte di partiti politici affermati. Alcune di noi sono lesbiche, altre sono eterosessuali e alcune stanno esplorando la propria sessualità».
Nata nel 1979 durante un workshop femminista alla Young Women’s Conference con il supporto del più noto mensile femminista Spare Rib, la rivista Shocking Pink si è sempre posta in antitesi rispetto ai contenuti dei magazine per adolescenti degli anni Ottanta, come Jackie, che rappresentava le ragazze in ruoli stereotipati, concentrandosi sulle relazioni con i ragazzi e sui consigli di bellezza.
(In foto il primo collettivo di Shocking Pink all’opera)
Miranda, una delle fondatrici, ha detto: «Jakie era una rivista piena di sciocchezze, descrizioni di ruoli molto, molto stereotipati per le ragazze, solo problemi di cuore e trucco, niente che considerasse una giovane donna come una persona con un cervello».
Shocking Pink ha affrontato temi spesso evitati dalle pubblicazioni mainstream, come il sesso, la masturbazione e la sessualità.
Nel primo numero della rivista, infatti, ancora oggi è possibile leggere un articolo sulla masturbazione corredato da illustrazioni grafiche esplicite, che è costato alle fondatrici un avviso dalle autorità riguardo ai potenziali rischi legali legati a questa pubblicazione.
«Siamo state effettivamente minacciate di procedimenti giudiziari ai sensi di una legge sull'oscenità, ma abbiamo pubblicato comunque quell’articolo, perché volevamo farlo», ha raccontato Miranda.
Il nome Shocking Pink è stato scelto per il suo significato provocatorio: sovvertiva l'associazione tradizionale del colore rosa alla femminilità convenzionale, trasformandolo in un simbolo di resistenza e ribellione.
Nonostante la chiusura nel 1983, la rivista è tornata nel 1987 grazie a Louise Carolin e alle sorelle Jo Brew e Angie, una nuova generazione di giovani donne con il desiderio di dare a Shocking Pink una seconda vita: «Trattavamo di cose che importavano alle giovani donne – lesbismo, questioni di sinistra – senza tralasciare scherzi, rendevamo le cose divertenti».
Nei primi numeri di Shocking Pink si può notare un'estetica punk eccentrica e ricercata, caratterizzata da pagine stampate in bianco e nero (eccetto alcune copertine a colori, spesso rosa) su materiale a basso costo.
Per molti, infatti, la rivista ha contribuito alla nascita e all’espansione del movimento punk femminista riot grrrl, che si è dedicato alla critica della società da una prospettiva femminista antiaccademica.
I fumetti su Shocking Pink
Voglio condividere con voi alcuni dei fumetti pubblicati su Shocking Pink, proprio per risaltare il taglio ironico della rivista. Uno di questi fumetti racconta la storia di una ragazza che decide di fare coming out a scuola, e dice: «So che dovrò affrontare molta ignoranza e pregiudizi, ma sono contenta di essere una donna lesbica».