La libertà è una lotta costante
Riflessioni sulle aggressioni subite dagli studenti che a Torino hanno protestato contro le politiche del governo
Il dissenso è un elemento imprescindibile di una democrazia che funzioni come si deve: va garantito, tutelato e persino alimentato. Perché nel dissenso - e anche nel dissenso alle forze politiche - c’è la libertà di potersi affermare come soggetti pensanti in uno stato civile.
Mi capita spesso di sentirmi dire che i giovani non lottano abbastanza per i propri diritti e che dovrebbero fare di più. Io credo invece che siamo in un tempo in cui il dissenso si sta alimentando nelle viscere di moti coraggiosi e intraprendenti. Spesso e volentieri composti da giovani.
Perché abbiamo capito anche noi che la libertà è una lotta costante, che non ci è garantito nulla. E seppur ci fosse garantito qualcosa vogliamo essere liberi di esprimere le nostre idee.
L’intimidazione del dissenso
L’intimidazione del dissenso nasce dall’intenzione di creare individui tutti uguali, dall’illusione di produrre sistematicamente identità definite in modo universale e irrevocabile.
In un saggio che si chiama La macchia umana elementare per la sociologia della violenza, la professoressa di sociologia Consuelo Corradi scrive che la matrice di un tipo di violenza che definisce modernista - perché «si confonde con il potere in maniera indistinguibile e assume aspetti talmente estremi da non essere più “uno strumento” ma una forma (per quanto raccapricciante) di potere, cioè un fine in sé» - si incentra sui corpi umani come se fossero creta da modellare, magma che può assumere una varietà di forme.
La risposta all’intimidazione
Io credo che la lotta sia - ancora - lo strumento che abbiamo a disposizione oggi. La risposta all’intimidazione del dissenso.
Non è scontata, e neanche senza fine.
In un’intervista recente, la femminista e attivista del movimento afroamericano statunitense Angela Davis ha dichiarato che non sappiamo mai quale sarà il risultato delle nostre lotte e che «oggi non siamo dove pensavamo che saremmo arrivati. Combattiamo ancora contro il razzismo, il sessismo, la misoginia e il capitalismo. Ma è un bene che la lotta vada avanti, e che passi da una generazione all’altra».
«Opporsi alla rappresentazione della storia come opera di singoli eroi è essenziale affinché la gente possa oggi riconoscere la propria capacità di agire come parte di una comunità in lotta che si espande senza sosta».
Questo lo scrive Davis in La libertà è una lotta costante, ricordandoci che man mano che le nostre lotte maturano producono nuovi terreni su cui portare la ricerca della libertà.
Voglio condividere una delle sue riflessioni:
Non sono qui per tralasciare il fatto che siamo incazzati, e facciamo bene ad esserlo.
Sono qui soltanto per alimentare un pensiero: che la sopravvivenza di comunità di resistenza, di lotta, è importantissima. Necessaria. E lo faccio attraverso l’autrice femminista che amo di più e che ispira la mia coscienza ogni giorno.
sempre molto brava, sì