Buongiorno,
Oggi Paola Laviola, che gestisce la pagina Instagram «Le grandiose», ci parla della figura di Maria di Francia e di femminismo nel Medioevo.
Paola nel suo spazio online fornisce spunti di lettura interessanti e presenta autrici fondamentali per il pensiero femminista — come Carla Lonzi e Simone de Beauoir.
Anche questo pezzo parte con una riflessione di Lonzi.
Buona lettura!
La rivoluzione culturale di Maria di Francia
Nel 1979, la filosofa femminista Carla Lonzi sulle pagine della rivista Quotidiano donna scriveva:
«Ci vuole l’incoscienza di chi studia l’umanità secondo criteri maschili per affermare che il femminismo nasce nel Sessantotto o dalla Rivoluzione francese. Il femminismo è sempre stato presente nei documenti delle donne che non cercavano di inserirsi nella cultura e nella società maschile, ma che osavano parlare da un’identità propria».
Una di queste donne è Maria di Francia.
Sebbene il termine "femminismo" ai suo tempi non fosse ancora diffuso, la poetessa ha anticipato numerosi temi e concetti che avrebbero posto le basi per una visione moderna dell’emancipazione femminile.
La sua figura infatti si distingue nettamente dalle convenzioni sociali e culturali del suo tempo, facendola una delle prime esponenti di un pensiero che oggi definiremmo femminista.
Nel suo libro La nascita del femminismo medievale, la storica Chiara Mercuri sottolinea questa dimensione rivoluzionaria di Maria, evidenziando come le sue idee abbiano anticipato di secoli una visione della parità di genere e della libertà femminile che ancora oggi riconosciamo.
Mercuri scrive:
«Un’altra rivoluzione è nata in Francia prima del 1789: la rivoluzione di Maria di Francia. Se non è raccontata nei manuali, è solo perché, a differenza della prima, è una rivoluzione fallita. Le idee di Maria non compirono il salto necessario per trasformarsi, come quelle degli illuministi… la vera identità di Maria rimane perlopiù ignota. Eppure, le sue idee sulle donne, sul rapporto tra i sessi, sull’amore furono prorompenti e – dopo secoli – ripartono in superficie, una visione femminile nel mondo».
Il patriarcato nel XII secolo
Le donne del XII secolo vivevano in una società patriarcale, in cui molte erano sottoposte a matrimoni forzati e senza possibilità di scelta, costrette a seguire rigide convenzioni sociali.
Maria di Francia si fece portatrice di una voce dissidente, sfidando il ruolo subordinato della donna non solo nel contesto sociale, ma anche nelle relazioni affettive e sessuali.
Sua madre, Eleonora d’Aquitania, non solo contrastò le strutture patriarcali del suo tempo, ma fu anche una donna di straordinaria cultura e intelligenza. Maria ammirò la sua forza e fu proprio grazie alla madre che sviluppò una visione dell’amore e del matrimonio che si discostava profondamente dalle concezioni tradizionali del Medioevo.
Amore come affinità intellettuale
In Lais, una delle sue opere più significative, Maria propone una riflessione sull’amore che rompe con le convenzioni dell'epoca.
Chiara Mercuri a tal proposito spiega che la poetessa non interpreta l’amore come una passione esclusiva e subordinata, ma come una forma di scambio e affinità intellettuale e culturale, in cui libertà e rispetto reciproco sono essenziali.
In questa visione, l’amore non è vincolato dalla proprietà o dalla subordinazione, ma diventa un atto di scelta libera e consapevole.
La letteratura ha spesso descritto il matrimonio come una prigione, un vincolo che non sempre porta alla felicità, ma che, in molti casi, rappresenta una forma di oppressione. Un incipit famoso di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen recita: «È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo provvisto di un ingente patrimonio debba essere in cerca di moglie».
Pur provenendo da un contesto sociale e storico diverso, è una frase riflette perfettamente l’idea dell’amore — diffusa nel Medioevo e nel XIX secolo — non come una questione d’affetto, ma un contratto sociale, economico e familiare, con implicazioni complesse per le donne.
Maria si scagliò contro il matrimonio forzato, che riduceva le donne a mere pedine in un gioco di potere e condannò l'idea di un amore che non fosse frutto di un consenso libero e consapevole.
In Lais, infatti, decrive il matrimonio come una «prigione» che impedisce alla donna di svilupparsi come individuo.
Un passo importante per l’emancipazione femminile
Le sue opere, pur non trovando il giusto riconoscimento all’epoca, gettarono le basi per una riflessione moderna sul ruolo delle donne nella società e nelle relazioni.
La sua critica al matrimonio come istituzione opprimente e il suo rifiuto delle convenzioni sociali segnarono un passo importante nel lungo cammino verso l’emancipazione femminile.
La sua lotta per la libertà e l’indipendenza delle donne non fu una rivoluzione fallita, ma un seme che, sebbene non fecondato immediatamente, sarebbe stato riconosciuto secoli dopo.
Come sottolinea Chiara Mercuri:
«Le idee di Maria non compirono il salto necessario per trasformarsi, ma è proprio questa visione di una donna che lotta per l’autonomia e la libertà a anticipare di secoli il femminismo moderno. L’eredità di Maria di Francia è una testimonianza della forza del pensiero femminile, che, pur affrontando le difficoltà di un’epoca patriarcale, riuscì a esprimere una visione di parità, scambio e rispetto reciproco tra i sessi»
Nonostante il contesto che cercava di relegarla al silenzio, Maria di Francia ha gettato le fondamenta per una nuova visione delle donne, delle relazioni e della famiglia, che trova ancora oggi spazio nelle discussioni contemporanee sul femminismo e sull’emancipazione femminile.
La sua opera oggi non solo arricchisce il panorama della letteratura medievale, ma offre anche una preziosa chiave di lettura per comprendere la nascita di una sensibilità che ha portato alla costruzione del femminismo moderno.
La lettura di La nascita del femminismo medievale rappresenta un ottimo spunto per approfondire ulteriormente la storia del pensiero femminista, soprattutto per riscoprire queste voci che, pur in un contesto di oppressione, hanno cercato di ridefinire il ruolo delle donne nella società.