Triple Jeopardy: dalla parte di Angela Davis
Di che cosa si parlava nelle vecchie riviste femministe? Il caso di Triple Jeopardy
Oggi torna la rubrica sulle vecchie riviste femministe. Di che cosa si occupavano? Quali erano gli argomenti più affrontati? Triple Jeopardy, che ho letto per voi, negli anni settanta ha dato vita ad un dibattito politico intersezionale sulla triplice oppressione vissuta dalle donne nere negli Stati Uniti: razzismo, imperialismo e sessismo. Ha anche dedicato molte pagine alla filosofa Angela Davis.
Buona lettura
Nel pamphlet Double Jeopardy: To Be Black and Female pubblicato nel 1969, la femminista e attivista politica Frances M. Beal scrive che «il modello ideale di donna» più diffuso socialmente è un’alienazione «da qualsiasi lavoro reale, passando ore oziose a farsi bella e a curare il proprio aspetto, ossessionata dal consumo vistoso, e limitando le sue funzioni di vita semplicemente a un ruolo sessuale».
In questo pamphlet, che ha fatto la storia del femminismo nero e dell'intersezionalità, l’autrice analizza come le donne nere siano soggette a una doppia oppressione, quella del razzismo e del sessismo, e come queste due forme di discriminazione si intersechino per creare una condizione particolarmente difficile.
Frances Beal collega l'oppressione degli uomini e delle donne nere al capitalismo e scrive che «l'oppressione delle donne agisce come una valvola di sfogo per il capitalismo».
È quindi da un femminismo anticapitalista che può iniziare la liberazione delle donne da sistemi d’oppressione.
Nel 1971 nasce la rivista Triple Jeopardy, di cui Bel è stata redattrice. Nel tempo si è affermata come fonte di un dibattito politico intersezionale sulla triplice oppressione vissuta dalle donne nere negli Stati Uniti: razzismo, imperialismo e sessismo.
La rivista ha trattato moltissime tematiche: il colonialismo, la sindacalizzazione e l'incarcerazione di massa.
Ogni edizione era stampata con il sottotitolo «Racism, Imperialism, Sexism» e spesso includeva contenuti bilingue in inglese e spagnolo per raggiungere un pubblico più ampio.
In un’intervista Bel ha detto: «Abbiamo deciso di creare un’organizzazione di donne nere per molte ragioni, tra queste c’era e c’è tuttora il concetto diffuso nella comunità nera del matriarcato. Per noi il concetto di matriarcato è un mito e non è mai esistito negli Stati Uniti».
«Un matriarcato – prosegue - denota una società in cui il potere economico di un gruppo è nelle mani delle donne e sappiamo tutti dove risiede il potere economico di questa nazione».
E così è stato per tutti gli anni settanta, con una connessione sempre più stretta con la Third World Women’s Alliance (TWWA), un'organizzazione socialista rivoluzionaria per donne di colore attiva negli Stati Uniti dal 1968 al 1980.
Il legame con Angela Davis
In un articolo pubblicato nel numero febbraio-marzo 1972 di Triple Jeopardy, la redazione ha inserito Angela Davis tra le «sorelle da lodare ingiustamente incarcerate in una prigione americana».
Il crimine commesso da Angela Davis è stato soltanto «chiedere una vita migliore per le persone nere».
La rivista Triple Jeopardy si è schierata apertamente con Davis quando, nel 1970, è stata accusata di essere coinvolta nella rivolta del 7 agosto 1970, in cui Jonathan Jackson e altri membri delle Pantere Nere (organizzazione politica afroamericana) hanno preso in ostaggio il giudice Harold Haley, evento che si è concluso con una sparatoria in cui sono morti sia Jackson e gli altri membri delle pantere che il giudice.
Assolta nel 1972 da ogni accusa (qui un ottimo riassunto della vicenda), Davis ha poi sfruttato la sua esperienza e notorietà per continuare a lottare per i diritti dei neri e delle donne e contro la repressione carceraria.
Nel saggio Aboliamo le prigioni? Contro il carcere, la discriminazione, la violenza del capitale , scrive che per lei il sistema carcerario è l'erede diretto «dell'epoca dei linciaggi», perché ha dato vita a una nuova forma di sfruttamento, un lavoro forzato gratuito integrato nel sistema capitalista.
Per Davis la lotta abolizionista ha come obiettivo primario ripristinare la dignità umana a coloro che sono stati privati della libertà, ma soprattutto è una battaglia per affermare che la vita di ogni individuo, anche di chi è detenuto, ha un valore intrinseco e merita di essere vissuta pienamente.
Nello stesso numero di Triple Jeopardy c’è un articolo, «Angela’s kangaroo court», che riprende la vicenda giudiziaria in cui è stata coinvolta la scrittrice.
Ho deciso di tradurre qualche pezzo dell’articolo per voi qui:
Quando è iniziato il processo di Angela Davis a Santa Clara, in California, lei è stata accolta da un gruppo di manifestanti fuori dal tribunale.
Erano lì per mostrare il loro sostegno ad Angela nonostante il divieto di manifestazioni in vista o al suono dell'edificio. Molti dei manifestanti sono stati arrestati e portati via, tra cui Fania Jordan, la sorella di Angela, e Charlene Mitchell del National Urited Committee to Free Angela Davis (NUCFAD).
La NUFAD si oppone alla legge californiana che vieta le proteste vicino agli edifici dei tribunali, sostenendo che l'applicazione di questa legge al fine di prevenire manifestazioni per Angela rivela chiaramente l'intenzione dello Stato di distruggere i diritti costituzionali e democratici. Hanno invitato lo sceriffo della contea e il giudice James Scott (i responsabili) a soddisfare quattro richieste:
1. Togliere incondizionatamente il divieto di protestare in tribunale;
2. Ritirare tutte le accuse contro le 24 persone già arrestate;
3. Ampliare le strutture del tribunale in modo che le persone possano partecipare
4. Abbattere le recinzioni che circondano il tribunale, smettere di scattare foto segnaletiche degli spettatori e di altri presenti al processo.
La terza richiesta si fonda sul diritto di Angela ad un processo aperto e pubblico. Il suo avvocato difensore, Leo Brantonm ha presentato una mozione in cui chiede di spostare il processo in un'aula di tribunale più grande o di trasmetterlo in televisione come avviene per la stampa, che dispone di una sala speciale con telecamere a circuito chiuso montate sul pavimento.
Il processo di Angela è il primo nella storia degli Stati Uniti ad essere trasmesso in televisione, anche se in modo limitato.
Mentre fuori i suoi sostenitori venivano importunati e arrestati, Angela chiedeva in aula che lo Stato si assumesse le spese della sua difesa. Nonostante una campagna ben organizzata in suo favore, il Comitato di Difesa non è stato in grado di raccogliere fondi sufficienti per pagare le spese processuali, le trascrizioni, le consultazioni degli avvocati, gli investigatori, ecc.
Angela ha accusato la «stampa borghese» di aver convinto l’opinione pubblica che sarebbero in realtà arrivati milioni di dollari (all’associazione creata per lei) e che questo denaro sarebbe stato rubato dal Partito Comunista di cui Angela fa parte. Ha poi condannato i mass media per le loro ovvie tattiche di "red baiting" e ha sottolineato la necessità di fondi adeguati per far fronte al bilancio quasi illimitato di cui dispone la Procura dello Stato.
La nostra sorella Angela è stata vittima di una campagna di diffamazione che condanniamo senza riserve.
Alcune poesie nel numero
Nel numero novembre 71 di Triple Jeopardy, come accade di solito nelle vecchie riviste femministe, ci sono anche delle belle poesie scritte dalle lettrici e inviate alla redazione.
Ho tradotto alcune di queste poesie, scritte da Sharon Bourke, per voi.
Una poesia sui soldi per i bambini
Non è arrivato,
ancora,
e quando hai parlato, sorella,
eri così arrabbiata
che hai distorto tutte le parole e
io ho dovuto prenderle e rimetterle insieme di nuovo
per riprodurre tutta la loro furia.
(Il modo in cui parliamo,
Il modo in cui parliamo
l'una all'altra)
e continuavi a sussurrare,
sorella,
anche se c'era un po' di vergogna in quello che avevi da raccontare
come se ci fosse una certa astuzia
semplicemente nel dover vivere ogni giorno.
Perché sussurriamo?
Perché le sorelle sussurrano?
Quando hanno certe storie da raccontare?
(Il modo
In cui parliamo l’una all’altra sotto i nostri respiri
Il modo
attento
anche quando non c'è nessuno)
Compiti, aspettative, vantaggi
Dire che alcuni sono scrittori
e alcuni sono lettori
significa che alcuni possono parlare e altri devono tacere.
Non è il silenzio
che dice chi.