Le immagini non sono illusioni, se le catene sono reali
Il mito della caverna di Platone tra Alice Rohrwacher e Luce Irigaray
Il pensiero, sostiene la voce narrante del cortometraggio Allegoria cittadina della regista Alice Rohrwacher e l’artista JR, è «una pietra che rotola». Una volta spinta giù dal dirupo, non si può più fermare.
Questa premessa anticipa un’altra premessa: le ombre sono più forti dei nostri occhi.
La voce è quella di un bambino, Jay, che accompagna sua madre a un provino con il regista Leos Carax per un balletto ispirato al mito della caverna di Platone.
Mentre la mamma danza, è proprio Jay a impersonare il prigioniero che, in Platone, scappa dalla caverna per inseguire la luce. Agli occhi degli altri prigionieri, questa luce appare come un’illusione. Non avendo alcuna percezione del mondo che esiste al di là della caverna, preferiscono infatti non uscire insieme al loro compagno.
Per Platone, questo momento rappresenta il tentativo dei filosofi di guidare le persone verso la conoscenza; tuttavia, la maggioranza degli uomini non solo si trova a proprio agio nella propria mancanza di sapere, ma manifesta anche avversione verso chi la evidenzia.
In Allegoria cittadina questa dinamica si capovolge.
La liberazione degli uomini dal buio della caverna è rappresentata da un graffito che, uscito dal teatro da solo mentre la mamma svolge il suo provino, Jay scopre nascosto su un muro coperto da strati di carta con la scritta «divieto d’affissione»: un’immagine raffigurante un’enorme caverna.
Non è solo il bambino a cogliere la novità: la madre e le sue colleghe ballerine escono dal teatro e ammirano l’immagine della caverna — la nuova luce — insieme a lui.
In questo momento la regista mostra ai suoi spettatori come sarebbe andato il mito della caverna di Platone se tutti gli altri prigionieri avessero creduto all’unico uomo che è riuscito a scappare, per poi tornare a liberarli: se si fossero fidati di lui e l’avessero seguito al di fuori della caverna, avrebbero visto tutti la luce, per poi riuscire a liberarsi dalle catene. Come Jay, che scopre il graffito della caverna e lo mostra a tutti.
Allegoria cittadina, in linea con lo stile di Alice Rohrwacher, è anche una critica alla modernità: non intesa come progresso sociale, ma un sistema che soffoca lo spirito critico delle persone.
La città di Parigi nel cortometraggio diventa il simbolo di una città tipo in cui gli elementi che rappresentano modernità e consumo (televisioni, pubblicità, spettacolo, social network) nascondono forme di alienazione.
Per il filosofo Hegel, l’alienazione è sia Entäusserung («farsi altro per poi ritornare in sé stessi») che Entfremdung («un cambiamento radicale, ovvero un estraniarsi senza tornare in sé stessi»); per il filosofo Marx, invece, è una condizione materiale di sfruttamento e oppressione vissuta dal lavoratore nel sistema capitalista, che lo separa dal prodotto del suo lavoro, dal processo produttivo, dalla sua essenza e dagli altri.
In Alice Rohrwacher, i meccanismi della società moderna — consumismo, alienazione culturale e perdita di comunità — creano un contesto in cui l’entfremdung si concretizza: le persone si estraniano, senza tornare in sé.
La caverna di Platone nel femminismo
Luce Irigaray, filosofa del femminismo, analizza il mito della caverna di Platone da una prospettiva femminista nel libro Speculum. L’altra donna.
L’alienazione nel suo caso è il senso di estraniamento delle donne in una società di tipo patriarcale, che si pone in atto nel momento in cui le donne non sono soggetti complessi, con le proprie caratteristiche e individualità, ma sono semplicemente «non-uomini» o «altro» rispetto agli uomini.
L’entäusserung (perché la possibilità di riappropriarsi del proprio sé è una realtà possibile) di Irirgaray è quindi una forma di alienazione culturale che colloca le donne in una posizione di subalternità rispetto agli uomini, definite non da ciò che sono, ma da ciò che non sono (cioè, «non-uomini»).
La caverna di Platone in Speculum. L’altra donna è l’equivalente dell’utero materno da cui nasce l’essere umano, che riflette l’immagine della donna proposta dalla tradizione filosofica occidentale — Platone, Freud, Hegel, Lacan: donna come assenza, passività (rispetto all’uomo che è per questa tradizione la pienezza, il tutto).
L’interno della caverna simboleggia quindi la donna, l’esterno della caverna l’uomo. Non si tratta di una contrapposizione legata allo spazio, all’abitare un luogo; riflette l’immagine della donna come soggetto che abita il luogo del non-detto e dell’uomo come soggetto che interpreta e trasforma la realtà.
La tradizione filosofica occidentale criticata dall’autrice attraverso questo mito è una tradizione che rappresenta non solo l’identità delle donne come un vuoto, ma anche la loro sessualità.
Luce Irigaray, in un passaggio in cui si riferisce alla teoria dell’invidia del pene di Freud, infatti scrive:
Per la femmina la “realtà” della sua castrazione significa in fondo questo: voi uomini non ci vedete niente, non ne sapete niente, non vi ci ritrovate, non vi ci riconoscete. E questo vi è insopportabile. Dunque non esiste, non c’è niente.
Le catene sono reali
Con la sua rivisitazione del mito della caverna di Platone, Alice Rohrwacher riflette sui limiti di una società moderna capitalista in cui spesso ci si illude di essere soggetti nel sistema e non oggetti del sistema; quella di Irigaray, invece, è una critica filosofica alla cultura patriarcale predominante.
Entrambe, però, ritengono che ci sia un’ambiguità nella luce (la luce della città in Rohrwacher e la luce della società patriarcale, al di fuori della caverna, in Irigaray): non sempre mostra la realtà, a volte la deforma soltanto.
Rohrwacher e Irigaray condividono soprattutto un punto, riassumibile in una frase pronunciata da Jay in Allegoria cittadina:
«Forse non è sufficiente dire che le immagini sono illusioni, visto che le catene sono reali».
Approfondimenti utili:
Il cortometraggio Allegoria cittadina di Rohrwacher su Mubi:
https://mubi.com/it/it/films/allegorie-citadine
Su Speculum di Luce Irigaray:
https://diotimafilosofe.it/larivista/speculum-di-luce-irigaray/
https://femminismi.substack.com/p/luce-irigaray-attraverso-lo-speculum
Sul mito della caverna di Platone:
https://www.filodidattica.it/mito-della-caverna-di-platone/
Su Hegel e Marx:
https://www.dialetticaefilosofia.it/files/4_2010--2-.pdf
Su Freud:
https://www.treccani.it/enciclopedia/invidia_(Dizionario-di-Medicina)/#